Dentista Bologna  Logo
Servizio Privato di Riabilitazione Orale e Cranio Cervico Mandibolare Via G. Ruggi, 7/D - Bologna
Via G. Garibaldi, 37 - Minerbio (BO)
Glossario
  • Home
  • Chi siamo
  •  Bologna
  •  Minerbio
  • Servizi
  • Contatti
  • News

 

Breve glossario odontoiatrico

 

 

A | B | C | D | E | F | G | H | I | J | K | L | M | N | O | P | Q | R | S | T | U | V | W | X | Y | Z

 

 

 

A

ABLAZIONE DEL TARTARO

Eliminazione del Tartaro sopra e sotto gengivale e di depositi o colorazioni dentali. Si tratta di una manovra che necessita di uno strumentario adatto, manuale o ad ultrasuoni. Fa parte delle manovre di prevenzione delle patologie oro-dentali e si consiglia di effettuarla una volta ogni sei mesi, o più frequentemente nei casi di malattie parodontali di maggiore severità.

ABRASIONE DENTALE
Avviene per sfregamento intermittente delle superfici dentali da corpi estranei particolarmente duri, quali protesi incongrue, l'azione di spazzolini da denti molto duri, o continuo, tra superfici occlusali antagoniste.

AFTA
Viene definita afta una dolorosa ulcera all'interno della cavità orale causata da una rottura della mucosa. Viene altresì indicata come stomatite aftosa e ulcera aftosa, specialmente se la ferita è multipla o cronica. La parola deriva dal greco áphtha (= pustola).

ALGIA PULPARE
Sensibilità della polpa; dolore pulpare.


ALITOSI
L’alito, costituito dall’aria che si espira, è formato da vapore acqueo, alcuni gas e scorie microscopiche e, se si è sani e non si trascura l’igiene orale, risulta essere inodore. In particolari condizioni invece si modifica, assumendo odori caratteristici che consentono di massima di individuare l’origine di cosa li determina.


ALVEOLITE
Infezione dell'alveolo dentale, trasmessa dalle parti molli adiacenti, che segue un'estrazione dentaria. I primi sintomi compaiono da 2 a 4 giorni dopo l'estrazione, con dolore localizzato alla zona d'estrazione, intermittente o continuo, fino talvolta a diventare insopportabile. 
I segni obbiettivi sono scarsi: l'alveolo appare completamente esposto, vuoto e privo di coagulo, mentre i tessuti circostanti appaiono sani. E' presente una tumefazione periostea e una linfoadenite regionale; costante è la presenza di un odore di putrefazione. La terapia è combinata, farmacologica, con antibiotici ed analgesici, e chirurgica, con raschiamento dell'alveolo.

AMALGAMA 
Lega per otturazioni composta da una parte liquida (mercurio) e da una parte solida di metalli (argento, stagno, rame, cadmio, ecc.). Per molti anni è stato il materiale da otturazione principalmente impiegato perche non particolarmente costoso, in grado di sostenere efficacemente le forti pressioni che si esercitano durante la masticazione e di non essere dissolto dalla saliva. Attualmente la sua utilizzazione è sempre più ridotta; addirittura in molte scuole di odontoiatria, come ad esempio quelle Norvegesi, il suo utilizzo non è più oggetto di insegnamento. Il motivo di questo progressivo disuso è Iegato alla messa in commercio di nuove resine composite, resistenti alla saliva ed alla pressione ma estremamente più estetiche, ed ai danni ambientali che l'accumulo di mercurio potrebbe promuovere. L'amalgama resta, peraltro, un materiale da otturazione sicuro, affidabile, duraturo. Rapporti internazionali ne hanno più volte sottolineato I'innocuità . E' un materiale estremamente resistente all'usura, dura molto facilmente oltre i 10 anni.

ANCHILOSI DENTALE
Fusione fra il cemento radicolare e l'osso alveolare. Si può verificare in seguito ad un insulto infiammatorio di origine traumatica, su denti inclusi o reimpiantati o su denti decidui in corso di malattia sistemica al momento del riassorbimento fisiologico della sua porzione radicolare. E' un processo caratterizzato dapprima da una fase di rizolisi (vedi), poi dalla proliferazione di tessuto di riparazione intorno alla superficie radicolare.

ANESTESIA

AI giorno d'oggi le procedure odontoiatriche sono assolutamente indolori. Questo importante requisito viene ottenuto grazie all'utilizzazione di farmaci anestetici che, dipendentemente dalla sede ove l'odontoiatra debba operare, vengono iniettati o in prossimità dell'elemento dentario (anestesia plessica-per l'anestesia dei denti dell'arcata superiore e per gli incisivi ed i canini dell'arcata inferiore) od al punto di emergenza dall'osso del nervo che si voglia anestetizzare (anestesia tronculare-per i premolari e molari dell'arcata inferiore). Nella fiala (tubo fiala) di anestetico è contenuto il principio attivo (lidocaina, mepivacaina, ecc) che agisce sulla conduzione nervosa ed una piccola percentuale di vasocostrittore (prevalentemente adrenalina) utile per mantenere più a lungo il principio attivo nella zona ove venga iniettato. Anni fa il principio attivo degli anestetici locali, la procaina, ha causato significativi problemi allergici. Oggi giorno questo rischio si è molto ridotto grazie ai nuovi principi attivi, anche se la massima attenzione va prestata ai casi in cui i pazienti sviluppino disturbi all'assunzione di anestetici. In un soggetto con funzioni metaboliche normali l'odontoiatra può, dipendentemente dal peso e dall'età, utilizzare senza problemi sino a sei tubofiale di anestetico. Questi anestetici si sono dimostrati sicuri anche nei soggetti che soffrano di disturbi cardiovascolari. In questi soggetti è particolarmente importante evitare I'autoproduzione di catecolamine endogene che aumentano in situazioni di stress. In questi pazienti è, quindi, particolarmente importante che l'odontoiatra controlli al meglio il dolore ed i livelli di ansia prescrivendo, quando indicato, l'assunzione di benzodiapine la sera prima ed un'ora prima della procedura. Nei soggetti con disturbi cardiocircolatori si suggeriscono, inoltre, sedute operatorie brevi (non più di trenta-quaranta minuti) effettuate possibilmente la mattina. 


ANTISETTICI
Sostanze in grado di inibire la moltiplicazione dei germi sia in vitro che in vivo quando applicati su tessuti vitali. In genere vengono prescritti sotto forma di sciacqui e gargarismi, soluzioni topiche, pastiglie o collutori. Comprendono sostanze di varia natura chimica, quali: alcoli, alogeni, farmaci ossidanti, composti fenolici, surfactanti non ionici. Devono essere assunti in seguito a prescrizione medica.

ASIMMETRIA
Non corrispondenza delle strutture anatomiche del complesso cranio facciale in rapporto alla loro morfologia, sviluppo e posizione.


ATTACCHI

Le protesi rimovibili parziali, i cosiddetti scheletrati, vengono trattenuti in sede sia per le loro caratteristiche di forma che grazie a mezzi di ritenzione. I più utilizzati mezzi di ritenzione sono i ganci e gli attacchi di precisione. Esistono vari tipi di attacchi di precisione. Essi sono inseriti nella parte rimovibile della protesi ed entrano con un meccanismo tipo incastro maschio- femmina nella parte fissa stabilizzandola con efficacia.

 torna su

 

B

BIOFILM ORALI

Sono considerati i principali agenti causali di carie, gengivite e malattie parodontali. 
Il termine biofilm indica una comunità batterica strutturata in modo tale da aderire ad una determinata superficie, nel nostro caso il dente, e sfruttare al meglio le proprietà difensive delle varie specie batteriche che fanno parte del biofilm. Non tutti i batteri che compongono i biofilm sono responsabili delle malattie della bocca, ma solo alcuni. Streptococcus mutans è il principale agente causale della carie, mentre altri batteri gram- sono responsabili della gengivite e dei vari tipi di parodontite tra questi Prevotella intermedia, Fusobacterium nucleatum,  Actinobacillus actynomicetemcomitans,  Porphyromonas gingivalis. Come per le altre malattie causate da batteri la terapia della carie, della gengivite e delle parodontiti è in primo luogo volta all'eliminazione dei batteri che provocano la malattia. Lo spazzolino ed il filo interdentale o lo scovolino rappresentano ad oggi gli strumenti più efficaci per la rimozione dei biofilm orali.

BRACKET
È un piccolo presidio che viene "attaccato" all'elemento dentario grazie ad una piccola quantità di resina composita e che consente all’otodontista di collegare ad esso fili metallici, elastici od altri piccoli dispositivi che consentono uno spostamento programmato degli elementi dentari.

BRUXISMO
Attività che si esercita in modo involontario al di fuori della funzione abituale. Essa consiste in uno stato di contrattura prolungata di alcuni muscoli masticatori, in genere notturna, e si manifesta con fenomeni di digrignamento dei denti. In genere, se prolungato, il bruxismo determina abrasione dei denti interessati molto marcata, fino a volte all'usura completa delle corone.
torna su

 

 

 

C

CANCRO DELLA BOCCA

Anche in bocca possono svilupparsi dei tumori maligni. Si tratta nella maggior parte dei casi di carcinomi, cioè di tumori che derivano dall'epitelio, tessuto che riveste le mucose della bocca. E' un tumore aggressivo. Può essere trattato con percentuali di successo molto elevate quando sia negli stadi iniziali (80% dei pazienti sono esenti da malattia a cinque anni) con tumori più piccoli di due centimetri) ma che è gravato da una mortalità a cinque anni del 50% se curato in stadi più avanzati. Le sedi maggiormente colpite sono la lingua ed il pavimento della bocca; sono prediletti il sesso maschile e l'età adulto-anziana. L'aspetto iniziale più frequente del cancro orale è quello di una macchia bianca o rossa. Il fumo, in tutte le sue forme, e l'alcool sono i principali fattori eziologici di questi tumori. Negli ultimi dieci anni il virus Papilloma (HPV) è stato pure indicato come un possibile agente eziologico, specialmente nei soggetti che non fumano e non bevono. Qualunque lesione orale non guarisca entro 15 giorni va sottoposta all'esame di uno specialista medico od odontoiatra.

CAPSULA
Vedi Corona dentale

CARIE
La parola carie deriva dal latino carious che significa “decadente”, “marcio”. La carie dentale è una malattia dei tessuti duri del dente (smalto, dentina, cemento) che origina dalla superficie del dente e si estende in profondità fino a raggiungere la polpa. La carie è definita una malattia ad eziologia multifattoriale e i fattori maggiormente responsabili della formazione di una carie sono i batteri che vivono normalmente all’interno della bocca di tutti gli individui, una dieta particolarmente ricca di zuccheri e alcuni fattori propri dell’individuoospite (forma dei denti, saliva, stato di salute). All’inizio la carie può non dare sintomi, ma con la progressione della lesione cariosa attraverso la dentina possono comparire sensibilità e/o dolore a stimoli fisici (caldo e freddo) e chimici (zuccheri). Se la carie non viene rimossa raggiunge la polpa del dente (pulpite) con la comparsa di un dolore spontaneo, diffuso e molto intenso che talvolta può essere accompagnato da gonfiore della gengiva e anche della faccia (ascesso dentale).La terapia della carie consiste nella rimozione del tessuto malato, mentre la prevenzione si basa su una corretta igiene orale, impiego di dentifrici ad alto contenuto di fluoro e una corretta alimentazione.

CEFALOMETRIA
Insieme di analisi tendenti alla misurazione angolare e lineare del volume cefalico. Il tracciato cefalometrico si esegue generalmente su teleradiografie in proiezione latero - laterale e rappresenta un ausilio fondamentale nell'ambito della diagnosi iniziale in ortopedia dento - facciale.

CISTI

La parola cisti deriva dal greco kystis che significa “vescica”, “sacco”. Una cisti è una cavità o sacco chiuso rivestita da epitelio che contiene un materiale liquido o semisolido. Le cisti possono essere riscontrate in qualunque parte del corpo. In bocca vengono classificate in cisti odontogene e non odontogene. Le cisti odontogene sono le più comuni e possono essere presenti alla nascita, possono essere la complicanza dell’eruzione di un dente (cisti eruttiva) o possono osservarsi nel soggetto adulto come complicanza di un processo infiammatorio a carico di un dente (cisti radicolare). Una cisti può non dare sintomi oppure essere associata a problemi dentari come la mancata eruzione di un dente, denti storti o denti con polpa necrotica. Il trattamento consiste nell’asportazione chirurgica seguita da esame istologico.

CLASSE SCHELETRICA

Rapporto spaziale tra il mascellare superiore e la mandibola. Si differenziano: 
- la I° classe che presuppone rapporti normali tra il mascellare superiore e la mandibola 
- la II° classe, in cui la mandibola è in una posizione più arretrata rispetto al mascellare superiore 
- la III° classe, in cui si riscontra la posizione opposta con la mandibola in posizione più avanzata.

COLLUTTORIO
È una soluzione da usare per sciacqui senza ingerire. Il collutorio può essere considerato un veicolo per portare a contatto della superficie dei denti e dei tessuti di rivestimento della bocca alcune sostanze attive. Esistono numerosi tipi di collutorio diversi tra di loro non solo per il colore e il sapore, ma soprattutto per il tipo di sostanza attiva che contengono: fluoro, sostanze antimicrobiche e antinfiammatorie.

COMPOSITO
Materiale da ricostruzione utilizzato per le otturazioni dei denti costituito da una matrice di resina sintetica contenente particelle inorganiche prepolimerizzate. La caratteristica principale di questo materiale è rappresentata dall'elevata estetica alla quale si associano buone qualità meccaniche. E' un materiale soggetto ad usura e come tale va ricontrollato nel tempo.

CONSENSO INFORMATO
Per la legge italiana la liceità di qualunque procedura sanitaria necessita di un consenso da parte della persona direttamente coinvolta. Per tale motivo il medico è tenuto a spigare al paziente le procedure diagnostiche e/o terapeutiche al paziente ed ottenere dal medesimo l’approvazione a procedere con la somministrazione del farmaco o con l’indagine strumentale diagnostica o con l’intervento per cui il consenso  è reso necessario. In Italia il consenso è necessario in forma scritta solo quando si dona o si riceve sangue, quando si partecipa ad una sperimentazione di un farmaco o quando si eseguono accertamenti per l’infezione da HIV. Per tutte le altre procedure (comprese quelle odontoiatriche) non è necessario il consenso scritto da parte del paziente, ma vi è sempre l’obbligo da parte del medico di rendere edotto il paziente circa le procedure che verranno eseguite e le eventuali conseguenze che da tali procedure ne possono derivare.

CORONA DENTALE
Comunemente chiamata “capsula”, è un manufatto protesico che ha lo scopo di coprire un elemento dentario che ha una radice all’interno dell’osso sana, mentre la sua parte esterna all’osso è andata incontro a processi patologici, come la carie, che ne hanno distrutto una parte considerevole. Il primo materiale che venne utilizzato per ricostruire i denti fù l’avorio, per quanto poroso e poco igienico, poi nel 1774 in Francia per la prima volta venne utilizzata la porcellana. Un’altra evoluzione importante si ebbe negli anni ’60, quando venne aggiunta alla porcellana un rinforzo con vetro feldspatico e allumina. Questo nuovo composto permetteva di ottenere un composto finale più robusto e resistente. Nel corso degli anni vennero comunque fatte ulteriori modifiche per migliorare tali caratteristiche. Attualmente vengono utilizzati manufatti con combinazione di metallo-ceramica, di cui il metallo fornisce la resistenza meccanica necessaria, mentre la ceramica risponde alle esigenze estetiche.

CURETTAGE
Termine attraverso il quale si intende l’asportazione di tessuto gengivale infiammato. Viene effettuato per mezzo di strumenti manuali che prendono il nome di Curettes, dotate di un margine tagliente. Tale procedura è stata originariamente concepita per promuovere la formazione di un nuovo attacco gengivale all’elemento dentario. Attualmente si è riscontrato che questa procedura chirurgica non apporta nulla di aggiuntivo alla procedura di levigatura radicolare, che comunque deve essere eseguita in contemporanea per l’asportazione di batteri, biofilm, calcoli e detriti dalla superficie radicolare del dente. Pertanto l’Accademia Americana di Parodontologia (American Accademy of Periodontology) non ha inserito tale procedura terapeutica nelle linee guida per il trattamento della parodontite cronica.

 

torna su

 


D

 

DENTI STORTI

Con il termine di “denti storti” si intende un disallineamento dentale. I disallineamenti possono configurarsi con accavallamento di alcuni elementi dentari, soprattutto nelle zone anteriori, per i quali il trattamento risulta essere di tipo ortodontico. Un altro tipo di disallineamento è rappresentato dallo sventagliamento degli incisivi anteriori verso l’avanti, la cui causa risulta essere una parodontopatia.


DENTIFRICIO

Il dentifricio è una sostanza chimica che serve come coadiuvante per l’igiene orale domiciliare. Caratteristiche importanti che devono avere tutti i dentifrici è la loro concentrazione di fluoruro di sodio. Il fluoro è molto importante perché penetra negli strati più superficiali dello smalto dei denti e si lega ai cristalli di idrossiapatite formando cristalli di fluoro apatite, che risulta essere più resistente all’ambiente acido del cavo orale, e dunque più resistente alla carie.


DEVITALIZZAZIONE

La devitalizzazione è un intervento odontoiatrico che mira all’asportazione di tutta la polpa dentaria (vasi e nervi all’interno del dente). Tale procedura è richiesta quando la polpa stessa è infiammata (pulpite), oppure quando i vasi ed i nervi che portano nutrimento e sensibilità al dente stesso (polpa dentaria) sono andati incontro ad un processo necrotico con possibile formazione di un granuloma periapicale (infiammazione cronica all’apice del dente). Durante la devitalizzazione i canali del dente devono essere puliti e sagomati in modo tale da asportare tutti i detriti al suo interno e procedere all’otturazione dei canali per evitare infezioni postume.


DISINFEZIONE

Con il termine disinfezione si intende l’uccisione di tutti i microbi patogeni che sono presenti o che si presume possano essere preseti su di un substrato o su di una superficie. Esistono numerosi agenti disinfettanti, sia chimici che fisici. A differenza della sterilizzazione che si prefigge la distruzione di tutti i microbi, la disinfezione ha l’immediato scopo di uccidere solo quelli patogeni. Per effetto delle resistenze dei vari patogeni per le loro caratteristiche intrinseche, il disinfettante verrà scelto di volta in volta in base alla necessità ed alle caratteristiche della superficie o del substrato da disinfettare.

 

torna su

 

E

ENDODONZIA

Una branca dell'odontoiatria che applica le conoscenze riguardo alle terapie endodontiche, cioè che si occupa delle cause, della diagnosi, della prevenzione e del trattamento delle malattie della polpa dentale e delle loro conseguenze.


ESTRAZIONE DENTARIA

Per estrazione dentaria si intende la procedura chirurgica atta a togliere un elemento dentario dal proprio alveolo (cavità ossea all’interno della quale sono alloggiate le radici del dente). Tale procedura viene effettuata quando non sono attuabili tutte le altre procedure di cura del dente, pertanto è mantenuta come ultima scelta terapeutica. Nella maggior parte dei casi risulta semplice e priva di complicazioni (estrazione semplice), ma in alcuni casi possono esserci problematiche derivanti da difficoltà anatomiche come nel caso di denti inclusi nell’osso (non erotti in arcata) oppure posizionati in modo scorretto rispetto agli standard fisiologici (più frequente nei denti del giudizio inferiori), ed in questo caso si parla di estrazione complessa.

 

torna su

 

F

FACCETTE IN CERAMICA

Mascherine in ceramica applicate sulla superficie vestibolare degli elementi interessati allo scopo di migliorarne l'estetica. L'applicazione delle faccette richiede una minima preparazione dell'elemento dentale interessato, limitata a una lieve porzione dello smalto dentale e l'adesione delle faccette alla superficie del dente tramite un cemento composito.
I risultati estetici sono molto soddisfacenti.


FARMACO

Viene definito farmaco un preparato farmaceutico che determina una precisa azione nell’organismo umano, oppure agisce su di un processo biologico od enzimatico. I farmaci sono utilizzati in medicina a scopo terapeutico o preventivo.


FILO INTERDENTALE

Il filo interdentale è un presidio indispensabile per la corretta igiene orale domiciliare. Il suo uso quotidiano permette di eliminare i depositi di placca dentaria negli spazi compresi tra il dente e la papilla interdentale (porzione di gengiva che si trova tra un dente e quello adiacente. In commercio ne esistono differenti qualità, da quelli a sezione rotonda, a quelli a sezione ellissoidale ed infine quelli provvisti di una estremità più rigida che permette di completare in modo corretto l’igiene orale dove ci sono protesi dentarie di tipo fisso (ponti odontoiatrici).


FLUORO

Alogeno instabile che tende a legarsi a molecole complesse quale quella dell'idrossiapatite (lo smalto). A questa sua instabilità è dovuta l'azione benefica del fluoro poiché gli ioni fluoro sostituiscono gli ioni ossidrilici formando dall'idrossiapatite, la fluoroapatite che è più resistente all'attacco acido della carie. Il fluoro inoltre, esercita un'azione antienzimatica, in particolare contro gli enzimi della glicolisi che sono direttamente responsabili della formazione della carie.


FRATTURE DENTALI

Dovute per lo più a traumi, in genere interessano i denti anteriori. Sono molto frequenti nei bambini. 
Possono interessare singolarmente la corona o la radice del dente; a volte comportano il coinvolgimento di entrambe tali strutture. La frattura può comportare l'esposizione della polpa dentaria se la porzione di corona dentale fratturata è particolarmente ampia. In seguito al trauma la polpa può reagire con uno shock e non dare segni positivi di sensibilità, pur rimanendo vitale, per un periodo di circa 30 giorni. In seguito alla esposizione pulpare o ad un trauma particolarmente violento la polpa dentaria può andare incontro a necrosi, richiedendo un trattamento endodontico.
Prima di iniziare qualsiasi trattamento dovrà essere eseguita un'indagine radiografica sull'elemento interessato dalla frattura, allo scopo di visualizzare la profondità e l'estensione di essa, nonché il grado di maturazione della radice dentale. Tali valutazioni saranno discriminanti per la scelta del trattamento nel singolo caso. 
Nel caso di frattura coronale è possibile eseguire il riattacco del frammento fratturato e distaccato al dente tramite sostanze adesive.

 

torna su

G

GANCI

Le protesi parziali removibili vengono all’interno del cavo orale per mezzo di ganci che si appoggiano (abbracciando) gli elementi dentari residui. I ganci utilizzati possono essere in acciaio (definiti ganci “a filo”) il cui manufatto protesico è interamente costituito in resina con dei piccoli e sottili ganci in acciaio. Una protesi removibile così costituita è utilizzata come provvisoria in attesa del confezionamento di quella definitiva, costituita invece da un’anima in metallo fuso (normalmente cromo-cobalto) su cui vengono montati le parti estetiche in resina, ed i ganci in questo caso vengono chiamati “fusi” perché fanno parte della struttura protesica metallica. I ganci “fusi” sono più precisi e resistenti di quelli “a filo”.


GENGIVITE

Con il termine di gengivite si intende un’infiammazione alle gengive. La gengivite è un processo che nella maggior parte dei casi ha eziologia batterica per accumulo di placca e tartaro in corrispondenza del punto di passaggio tra denti e gengiva. Solitamente si presenta in questo caso da gengive eritematose (rosse) ed edematose (gonfie) che tendono al sanguinamento a volte anche spontaneo oppure durante le normali manovre di igiene orale domiciliare. Meno frequenti, ma possibili, i casi di gengivite di origine chimica od immunitaria. La gengivite placca indotta è un processo flogistico reversibile con la sola rimozione della causa eziologica senza lasciare sequele, ma se tale causa non viene allontanata (con sedute di igiene orale professionale) allora è possibile la sua evoluzione in parodontite, la cui regressione lascia sequele.


GHIANDOLE SALIVARI
Ghiandole esocrine il cui prodotto, la saliva, viene secreto nel cavo orale. Esistono le ghiandole salivari Maggiori, una per lato, e che sono costituite da: la Parotide, la Sottomandibolare, la Sottolinguale. Oltre a queste ghiandole principali vi sono poi una serie di piccole ghiandole sparse sul palato e sulla mucosa orale in genere.


GRANULOMA

Il granuloma è un tipo particolare di infiammazione cronica che mette in atto il nostro organismo quando sono presenti alcuni tipo di agenti patogeni. Per la sua cronicità il granuloma tende ad assumere una conformazione abbastanza ordinata, infatti al centro della masserella ben delimitala si può trovare l’agente patogeno causa stessa della reazione infiammatoria, intorno al quale si trova uno strato di cellule macrofagiche deputate all’eliminazione del patogeno, che però non riescono nel loro compito, introno a queste si trova un infiltrato di plasmacellule come espressione di una reazione del nostro sistema immunitario ed all’esterno di questa masserella ci sono fibroblasti, che producono connettivo, il tessuto che conferisce la delimitazione netta tra il granuloma ed il tessuto sano circostante.


GUTTAPERCA

Materiale gommoso termoplastico che si ricava da alcuni alberi che crescono in oriente. Viene utilizzata in odontoiatria sotto varie forme: ad esempio, quale materiale da otturazione provvisoria o per la produzione di coni utilizzati per sigillare i canali radicolari nei trattamenti endodontici.

H
Nessuna voce

 torna su

 

I

IGIENE ORALE
Insieme di tutte le manovre tese a rimuovere i depositi di placca batterica e i residui alimentari presenti dalla superficie dei denti, della lingua e del cavo orale. Si esegue mediante l'impiego dello spazzolino, del filo interdentale e del dentifricio.


IMPIANTO

L’implantologia è una procedura chirurgica attraverso la quale è possibile sostituire un elemento dentario mancante (per estrazione o per agenesia) attraverso una riabilitazione protesica fissa. L’impianto viene inserito nell’osso alveolare, e su di esso viene poi confezionata una corona dentaria. Nel corso degli anni gli impianti hanno assunto le forme più differenti e diversi materiali a seconda delle conoscenze del periodo. Allo stato attuale la ricerca scientifica ha stabilito che la conformazione migliore in termini di predicibilità e sopravvivenza sia quella che simula più fedelmente la radice naturale di un dente, con una superficie avvitata per permettergli di raggiungere la stabilità meccanica al fine di ottenere l’osteointegrazione. Il materiale utilizzato è il titanio, grazie alle sue proprietà meccaniche ed alla sua inerzia nei confronti del materiale biologico in cui è immerso.

INFEZIONE
Per infezione si intende la penetrazione e la moltiplicazione di micro-organismi (batteri, virus, protozoi e miceti) all’interno di un macro-organismo (uomo o animale). Non tutte le infezioni sono “manifeste” (con presenza di sintomi clinicamente evidenziabili), ma possono anche essere “abortive” con presenza di leggeri sintomi clinici, oppure “muta” in totale assenza di sintomatologia clinica. A seconda della localizzazione dell’infezione, dell’agente eziologico (causale), e dello stato di efficienza del sistema immunitario le manifestazioni cliniche possono essere differenti, oppure sovrapporsi. Non infrequente nel cavo orale può esserci anche una coesistenza di infezioni batteriche e micotiche.


INTARSIO
Un intarsio è il restauro di un elemento dentario per mezzo della ricostruzione di parte della sua corona, con un materiale estraneo, fabbricato artigianalmente ad hoc. La scelta di effettuare un intarsio rispetto ad una otturazione può essere l’eccessiva estensione della cavità dopo la pulitura dalla corona cariata del dente. Gli intarsi possono essere fabbricati in diversi materiali, come l’oro (il più antico, ma ancora il migliore dal punto di vista funzionale), la ceramica o le resine composite (materiali più recenti che vengono incontro alle esigenze estetiche).


INTERVENTO CHIRURGICO PARODONTALE
Le manovre chirurgiche sul parodonto sono essenzialmente tre: la levigatura definita “a cielo aperto”, la chirurgia rigenerativa e la chirurgia resettiva. La levigatura “a cielo aperto” si prefigge di andare ad asportare il tartaro sottogengivale e la parte più superficiale del cemento radicolare (tessuto che costituisce la radice del dente) previa apertura di un lembo mucoso. La chirurgia rigenerativa ha lo scopo di andare a stimolare la rigenerazione di osso intorno ai denti (dove ciò è possibile in base a determinate condizioni cliniche), mentre la chirurgia nella resettiva parti di osso adiacenti al dente vengono asportate (nelle sedi che non sono suscettibili alla metodica precedente) al fine di impedire i continui depositi di placca e tartaro sottogengivale.


J
Nessuna voce


K
Nessuna voce

 

torna su 

L

LEMBO MUCOSO

Il lembo mucoso, utilizzato in odontoiatria, è una porzione di epitelio che viene scollato dalla mucosa circostante, per buna parte del suo perimetro, al fine di raggiungere le strutture sottostanti durante alcune manovre chirurgiche. Il lembo non deve mai essere completamente staccato dalla mucosa circostante, bensì deve preservare una base di impianto che gli serve come fonte per la sua vascolarizzazione e innervazione. Al termine dell’intervento viene riposizionato nella sede originale. Unica eccezione in odontoiatria riguarda il lembo libero connettivale utilizzato per la ricostruzione di recessioni gengivali, il quale non preserva il peduncolo dal quale trarre nutrimento e innervazione.


LESIONI ORALI PRECANCEROSE

Alcune lesioni benigne che colpiscono il cavo orale vengono definite “precancerose” per il loro rischio di evolvere in cancro della bocca. Ne esistono diverse e diversa è la possibilità di ognuna di trasformarsi in cancro. Tali lesioni possono presentarsi come macchie sulla mucosa che possono assumere colore bianco, rosso o bianco e rosso, prendendo rispettivamente il nome di leucoplachia, eritroplachia ed eritroleucoplachia. Altre volte le lesioni possono essere rilevate rispetto al piano della mucosa orale assumendo un aspetto papilliforme, come nel caso della leucoplachia verrucosa proliferativa.



LEVIGATURA

Con il termine levigatura si intende la procedura chirurgica attraverso la quale il medico asporta il tartaro al di sotto della gengiva clinicamente visibile e la parte più superficiale di cemento radicolare al fine di arrestare il processo di parodontite in atto. Tale procedura viene effettuata per mezzo di particolari attrezzi chirurgici (curettes). Tale procedura può essere eseguita “a cielo coperto” oppure “a cielo aperto”, la cui differenza risiede nella apertura di un lembo mucoso che viene eseguito nella seconda manovra.

 

torna su

 

M

MALOCCLUSIONE

Posizione non corretta o difetto di contatto tra i denti dell'arcata superiore e quelli dell'arcata inferiore; oltre che ridurre l'efficenza della masticazione, interferisce nell'escursione della mascella e può dar luogo a problemi per quanto riguarda la fonazione, la respirazione, la masticazione e la deglutizione. 



MEMBRANE PARODONTALI

Le membrane sono fogli di collagene che vengono comunemente utilizzati come ausilio nella chirurgia parodontale rigenerativa. Le due facce delle membrane sono differenti per i diversi scopi a cui sono adibiti, infatti una parte favorisce l’integrazione ossea grazie alla sua superficie porosa, mentre la parte lucida è una superficie adeguata per facilitare l’adesione e la guarigione dei tessuti epiteliali.

 

N

Nessuna voce

torna su

O

OCCLUSIONE
Rapporto di ingranaggio fra gli elementi dentari delle due arcate contrapposte. Con tale termine si indicano generalmente anche i contatti fra i denti delle due arcate nei movimenti funzionali.


OTTURAZIONE

Con il termine otturazione si intendo una ricostruzione di una parte della corona dentale  a seguito della sua asportazione durante le manovre di odontoiatria conservatia ed endodontica eseguita dal medico direttamente sul paziente. Esistono due tipi di otturazione: in amalgama ed in materiali compositi. Le otturazioni in amalgama oggi non vengono quasi più eseguite a causa della presenza di mercurio in questo materiale e per il colore che non risponde alle esigenze estetiche. I materiali compositi grazie alla fabbricazione di differenti colori permettono di eseguire otturazioni mimando la porzione di dente residuo.


OVERDENTURE

Sistema costituito da una protesi dentaria rimovibile stabilizzata tramite attacchi su uno o più denti naturali, radici e/o impianti endossei. L’overdenture può essere facilmente rimossa e reinserita dal paziente per l’igiene quotidiana e nello stesso tempo, rispetto alla protesi tradizionale, possiede una maggiore stabilità. 

 

torna su

 

P

PARODONTITE AGGRESSIVA

La parodontite aggressiva è una forma di parodontite a rapida progressione e particolarmente distruttiva. Esiste una forma localizzata che colpisce prevalentemente soggetti in età puberale, mentre la forma generalizzata colpisce principalmente i giovani adulti, ma anche pazienti più anziani. L’eziologia di questa malattia è multifattoriale e un ruolo importante sembra avere la predisposizione genetica. Le specie batteriche più frequentemente coinvolte sono Actinobacillus Actinomycetmcomitans, Porphyromonas gingivalis e Bacteroides forsythus. La diagnosi di parodontite aggressiva si basa sul riscontro di una rapida perdita di attacco e di riassorbimento dell’osso alveolare in assenza di abbondanti depositi di placca e in assenza di patologie sistemiche rilevanti.


PARODONTITE CRONICA

La parodontite cronica è la forma di parodontite più diffusa; essa è caratterizzata da infiammazione gengivale, sanguinamento al sondaggio, perdita di attacco con formazione di tasca gengivale e riduzione dell'osso alveolare. L'entità di tale distruzione è in funzione dei livelli di placca, fumo, stress, diabete, efficienza del sistema immunitario.


PARODONTOLOGIA

L'arte e la scienza di esaminare, diagnosticare e trattare le malattie che colpiscono il parodonto; uno studio delle strutture di supporto dei denti, che non comprende solamente la loro normale anatomia e fisiologia, ma anche le deviazioni dalla normalità.


PEDODONZIA

La branca dell'odontoiatria che include i seguenti aspetti: abituare il bambino ad accettare le cure odontoiatriche; otturare e mantenere la dentizione decidua, mista e definitiva; applicare le misure di profilassi per la carie dentale e per le malattie parodontali e prevenire, intercettare e correggere i diversi problemi dell'occlusione. 


PERNO MONCONE

Struttura in metallo (oro o altre leghe) o altri materiali (fibra di carbonio, fibra di vetro) che viene posizionata all’interno del canale pulpare dopo aver rimosso la polpa dentaria. Il perno può essere prefabbricato o preparato dal laboratorio dopo aver preso un’impronta della porzione residua del dente. In entrambi i casi la funzione del perno moncone è di servire come ancoraggio per una corona artificiale.


PONTE

È una protesi dentale di tipo fisso (vedi definizione) ossia cementata, avvitata o ancorata con altre modalità a denti naturali, radici dentali e/o impianti e non può essere rimossa dal paziente. È costituito da due o più corone (vedi definizione), in base al numero di denti mancanti.


PREVENZIONE

Insieme di azioni e provvedimenti finalizzati ad impedire o ridurre il verificarsi di eventi non desiderati. In odontoiatria gli interventi di prevenzione prevedono l’eliminazione o la riduzione dei fattori di rischi responsabili delle patologie al cavo orale. Misure di prevenzione per le patologie del cavo orale sono ad esempio le visite di controllo periodiche, una corretta igiene orale, l’impiego di dentifrici al fluoro, la somministrazione di fluoro ai bambini e alle donne in gravidanza, l’eliminazione dell’abitudine al fumo.


PROTESI DENTALE

In medicina, una protesi è un dispositivo artificiale atto a sostituire una parte del corpo mancante (un arto, un organo o un tessuto), o a integrarne una danneggiata. La protesi dentale è un manufatto utilizzato per rimpiazzare la dentatura originaria persa o compromessa per motivi funzionali e/o estetici. Si definisce anche protesi dentaria la parte dell‘odontoiatria che si occupa della progettazione e costruzione di protesi.


PROTESI FISSA

È la branca della protesi che si occupa della sostituzione degli elementi dentari con dei manufatti (corone, ponti) che non possono essere rimossi dal paziente.


PROTESI PROVVISORIA

È una protesi fissa o rimovibile allestita per sostituire gli elementi dentali mancanti, per un periodo di tempo limitato. Successivamente, verrà sostituita dalla protesi definitiva. Oltre a riabilitare il paziente dal punto di vista estetico e funzionale, questo tipo di protesi è d’aiuto nella preparazione del piano di trattamento o serve come modello per la preparazione del manufatto definitivo.


PROTESI REMOVIBILE

È la branca della protesi che si occupa della sostituzione degli elementi dentari con dei manufatti (protesi removibili) che il paziente può rimuovere per l’igiene quotidiana.


PROTESI REMOVIBILE PARZIALE

Manufatto che reintegra la parziale perdita dei denti e dei tessuti di sostegno annessi. La funzione masticatoria e gli aspetti estetici vengono ripristinati, preservando e mantenendo le strutture presenti (denti residui, tessuti mucosi e parodontali, articolazione temporo-mandibolare).


PROTESI REMOVIBILE TOTALE

Manufatto che reintegra la totale perdita dei denti e dei tessuti di sostegno annessi. La funzione masticatoria e gli aspetti estetici vengono ripristinati preservando e mantenendo le strutture presenti (tessuti mucosi, muscolari, articolazione temporo-mandibolare).


PULPITE

Infiammazione acuta della polpa dentale in seguito a carie penetrante o infiammazione della polpa stessa secondaria a traumi dentali o cause iatrogene. Esiste in forma acuta ed in forma cronica. La forma acuta è dovuta ad un aumento del flusso sanguigno a livello della polpa con conseguente formazione di edema e compressione sui vasi sanguigni e sulle terminazioni nervose. La sintomatologia della pulpite acuta è caratterizzata da dolore di tipo pulsante, non localizzato, che aumenta in posizione orizzontale e con l'assunzione di cibi caldi, mentre riduce la propria intensità col freddo. La terapia d'urgenza consiste nella rimozione della polpa camerale e radicolare ( terapia canalare ).
La forma cronica riconosce cause prevalentemente di natura infettiva. La sintomatologia e la terapia consiste nel trattamento endodontico dell'elemento dentale interessato.


Q
Nessuna voce

torna su

 

 

 

R

RESINE

La resina è un materiale sintetico che oltre a far parte della composizione dei materiali compositi e degli adesivi, viene utilizzata in odontoiatria nella preparazione delle protesi rimovibili.



RIGENERAZIONE TISSUTALE GUIDATA

In parodontologia lo scopo della chirurgia rigenerativa è ottenere un guadagno di tessuto di supporto attorno ad elementi dentari gravemente compromessi dalla malattia parodontale.La procedura più affidabile ed efficace è la rigenerazione tissutale guidata mediante l'applicazione di una barriera fisica per l'esclusione delle cellule dell'epitelio e del connettivo gengivale durante la fase di guarigione della ferita chirurgica. Sono attualmente utilizzabili membrane riassorbibili e non riassorbibili. E’ possibile ottenere guadagno di tessuto di supporto anche mediante l’utilizzo di innesti di osso autologo o di banca. Le procedure chirurgiche rigenerative possono essere applicate con risultati clinici prevedibili nei difetti ossei angolari. I risultati attesi della terapia rigenerativa includono: riduzione della profondità della tasca e recessioni della gengiva.

 

torna su

 

S

SBIANCAMENTO

Procedura chimica che modifica il colore dei denti rendendoli più bianchi. I principi attivi più utilizzati per sbiancare i denti sono il perossido di idrogeno e il perossido di carbammide.


SCOVOLINO

Lo scovolino è uno spazzolino per l'igiene degli spazi interdentali che è indicato per la detersione di spazi interdentali particolarmente ampi e per rimuovere la placca batterica che si deposita al di sotto degli elementi di una protesi fissa. È composto da un’anima di plastica o metallo, in cui sono inserite delle setole artificiali disposte a spirale o a raggiera in forma cilindrica o conica. Esistono diverse misure ma è necessario scegliere quelle adatte alle dimensioni degli spazi interdentali. Lo scovolino deve entrare facilmente nello spazio interdentale con una leggera spinta, senza che ci sia pressione tra filo metallico e dente. Si inserisce nello spazio interdentale con una leggera inclinazione: dal basso verso l’alto per l’arcata inferiore e dall’alto verso il basso per quella superiore e si effettuano movimenti orizzontali di "va e vieni", mantenendolo bene aderente alla superficie dei denti.


SIGILLANTE DENTALE

Sigillante dei solchi; materiale resinoso previsto per le applicazioni sulle superfici occlusali dei denti posteriori per sigillarne le irregolarità di superficie e prevenire l'ingresso dei fluidi orali, del cibo e prevenire la permanenza di eventuali frammenti.


SPAZZOLINO

Strumento che serve per rimuovere la placca batterica. Lo spazzolino per essere efficace deve avere caratteristiche ben specifiche: il manico diritto, una testina che raggiunga facilmente ogni parte della bocca e setole sintetiche con punte arrotondate. Le setole naturali, in voga fino a qualche anno fa, sono controindicate perché hanno punte frastagliate che rischiano di irritare le gengive, oltre a trattenere batteri sulla loro superficie. Le setole dello spazzolino devono essere integre, di pari lunghezza e perfettamente dritte. Non appena perdono queste caratteristiche, quando cioè appaiono piegate e deformate, ogni 2 mesi circa di uso regolare, lo spazzolino deve essere cambiato.


STERILIZZAZIONE

Processo chimico o fisico che porta all’eliminazione di qualunque microrganismo, sia patogeno che non, comprese le spore e i funghi. I vari metodi di sterilizzazione distruggono i microrganismi provocando l'alterazione letale di alcune loro componenti essenziali; in particolare la sterilizzazione determina la denaturazione delle proteine e degli acidi nucleici e la degradazione di componenti della membrana basale e della parete cellulare.


STOMATITE

Termine generico che indica un’infiammazione delle mucose che rivestono il cavo orale.


STOMATOLOGIA

Branca della medicina che si occupa della patologia del cavo orale e delle formazioni strettamente correlate.


SUTURA

Procedura che avvicina i margini di una ferita rendendoli solidali. Costituisce uno dei momenti principali di un intervento tanto da condizionarne spesso gli esiti. La sutura infatti agevola i processi cicatriziali rendendo possibile una più rapida guarigione per prima intenzione, ostacola la contaminazione del sito chirurgico da parte dei microrganismi e ha un effetto emostatico.

 torna su

 

T

TARTARO

Sostanza amorfa composta da calcio fosfato, calcio carbonato, magnesio fosfato e altri elementi entro una matrice organica composta da epitelio desquamato, mucina, microrganismi, ed altri frammenti.



TASCA PARODONTALE

Segno clinico della presenza di una malattia parodontale, o parodontite. E' l'esito della migrazione apicale dell'attacco connettivale dei tessuti parodontali al dente in seguito ad un processo infiammatorio, per l'appunto la parodontite. 
Si rileva mediante uno speciale strumento, la sonda parodontale, che ne misura la profondità. Normalmente in presenza di una malattia parodontale viene eseguita una misurazione delle tasche parodontali, chiamata sondaggio, che viene riportata su una cartella clinica. Maggiore è la profondità della tasca più grave è il quadro clinico della patologia e di conseguenza più complesso è il trattamento.
La terapia ricalca quella delle parodontiti, iniziando da una levigatura radicolare fino ad arrivare a terapie chirurgiche parodontali.



TELERADIOGRAFIA

Una radiografia effettuata ad una distanza maggiore del solito  (1.8 m).



TORONTO BRIDGE

Protesi fissa avvitata su impianti.


U
Nessuna voce


W
Nessuna voce


X

XEROSTOMIA
Condizione caratterizzata da alterata secrezione della saliva


Y
Nessuna voce


Z
Nessuna voce

[fonte dentistaok]

torna su

Ultimo aggiornamento: 07 aprile 2012