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Breve glossario odontoiatrico
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A Eliminazione del Tartaro sopra e sotto gengivale e di depositi o
colorazioni dentali. Si tratta di una manovra che necessita di uno
strumentario adatto, manuale o ad ultrasuoni. Fa parte delle manovre di
prevenzione delle patologie oro-dentali e si consiglia di effettuarla
una volta ogni sei mesi, o più frequentemente nei casi di malattie
parodontali di maggiore severità.
AI giorno d'oggi le procedure odontoiatriche sono assolutamente
indolori. Questo importante requisito viene ottenuto grazie
all'utilizzazione di farmaci anestetici che, dipendentemente dalla sede
ove l'odontoiatra debba operare, vengono iniettati o in prossimità
dell'elemento dentario (anestesia plessica-per l'anestesia dei denti
dell'arcata superiore e per gli incisivi ed i canini dell'arcata
inferiore) od al punto di emergenza dall'osso del nervo che si voglia
anestetizzare (anestesia tronculare-per i premolari e molari dell'arcata
inferiore). Nella fiala (tubo fiala) di anestetico è contenuto il
principio attivo (lidocaina, mepivacaina, ecc) che agisce sulla
conduzione nervosa ed una piccola percentuale di vasocostrittore
(prevalentemente adrenalina) utile per mantenere più a lungo il
principio attivo nella zona ove venga iniettato. Anni fa il principio
attivo degli anestetici locali, la procaina, ha causato significativi
problemi allergici. Oggi giorno questo rischio si è molto ridotto grazie
ai nuovi principi attivi, anche se la massima attenzione va prestata ai
casi in cui i pazienti sviluppino disturbi all'assunzione di
anestetici. In un soggetto con funzioni metaboliche normali
l'odontoiatra può, dipendentemente dal peso e dall'età, utilizzare senza
problemi sino a sei tubofiale di anestetico. Questi anestetici si sono
dimostrati sicuri anche nei soggetti che soffrano di disturbi
cardiovascolari. In questi soggetti è particolarmente importante evitare
I'autoproduzione di catecolamine endogene che aumentano in situazioni di
stress. In questi pazienti è, quindi, particolarmente importante che
l'odontoiatra controlli al meglio il dolore ed i livelli di ansia
prescrivendo, quando indicato, l'assunzione di benzodiapine la sera
prima ed un'ora prima della procedura. Nei soggetti con disturbi
cardiocircolatori si suggeriscono, inoltre, sedute operatorie brevi (non
più di trenta-quaranta minuti) effettuate possibilmente la mattina.
B
Sono considerati i principali agenti causali di carie, gengivite e
malattie parodontali.
C
Anche in bocca possono svilupparsi dei tumori maligni. Si tratta nella
maggior parte dei casi di carcinomi, cioè di tumori che derivano
dall'epitelio, tessuto che riveste le mucose della bocca. E' un tumore
aggressivo. Può essere trattato con percentuali di successo molto
elevate quando sia negli stadi iniziali (80% dei pazienti sono esenti da
malattia a cinque anni) con tumori più piccoli di due centimetri) ma che
è gravato da una mortalità a cinque anni del 50% se curato in stadi più
avanzati. Le sedi maggiormente colpite sono la lingua ed il pavimento
della bocca; sono prediletti il sesso maschile e l'età adulto-anziana.
L'aspetto iniziale più frequente del cancro orale è quello di una
macchia bianca o rossa. Il fumo, in tutte le sue forme, e l'alcool sono
i principali fattori eziologici di questi tumori. Negli ultimi dieci
anni il virus Papilloma (HPV) è stato pure indicato come un possibile
agente eziologico, specialmente nei soggetti che non fumano e non
bevono. Qualunque lesione orale non guarisca entro 15 giorni va
sottoposta all'esame di uno specialista medico od odontoiatra.
DENTI STORTI Con il termine di “denti storti” si intende un disallineamento dentale. I disallineamenti possono configurarsi con accavallamento di alcuni elementi dentari, soprattutto nelle zone anteriori, per i quali il trattamento risulta essere di tipo ortodontico. Un altro tipo di disallineamento è rappresentato dallo sventagliamento degli incisivi anteriori verso l’avanti, la cui causa risulta essere una parodontopatia.
Il dentifricio è una sostanza chimica che serve come coadiuvante per l’igiene orale domiciliare. Caratteristiche importanti che devono avere tutti i dentifrici è la loro concentrazione di fluoruro di sodio. Il fluoro è molto importante perché penetra negli strati più superficiali dello smalto dei denti e si lega ai cristalli di idrossiapatite formando cristalli di fluoro apatite, che risulta essere più resistente all’ambiente acido del cavo orale, e dunque più resistente alla carie.
La devitalizzazione è un intervento odontoiatrico che mira all’asportazione di tutta la polpa dentaria (vasi e nervi all’interno del dente). Tale procedura è richiesta quando la polpa stessa è infiammata (pulpite), oppure quando i vasi ed i nervi che portano nutrimento e sensibilità al dente stesso (polpa dentaria) sono andati incontro ad un processo necrotico con possibile formazione di un granuloma periapicale (infiammazione cronica all’apice del dente). Durante la devitalizzazione i canali del dente devono essere puliti e sagomati in modo tale da asportare tutti i detriti al suo interno e procedere all’otturazione dei canali per evitare infezioni postume.
Con il termine disinfezione si intende l’uccisione di tutti i microbi patogeni che sono presenti o che si presume possano essere preseti su di un substrato o su di una superficie. Esistono numerosi agenti disinfettanti, sia chimici che fisici. A differenza della sterilizzazione che si prefigge la distruzione di tutti i microbi, la disinfezione ha l’immediato scopo di uccidere solo quelli patogeni. Per effetto delle resistenze dei vari patogeni per le loro caratteristiche intrinseche, il disinfettante verrà scelto di volta in volta in base alla necessità ed alle caratteristiche della superficie o del substrato da disinfettare.
E Una branca dell'odontoiatria che applica le conoscenze riguardo alle terapie endodontiche, cioè che si occupa delle cause, della diagnosi, della prevenzione e del trattamento delle malattie della polpa dentale e delle loro conseguenze.
Per estrazione dentaria si intende la procedura chirurgica atta a togliere un elemento dentario dal proprio alveolo (cavità ossea all’interno della quale sono alloggiate le radici del dente). Tale procedura viene effettuata quando non sono attuabili tutte le altre procedure di cura del dente, pertanto è mantenuta come ultima scelta terapeutica. Nella maggior parte dei casi risulta semplice e priva di complicazioni (estrazione semplice), ma in alcuni casi possono esserci problematiche derivanti da difficoltà anatomiche come nel caso di denti inclusi nell’osso (non erotti in arcata) oppure posizionati in modo scorretto rispetto agli standard fisiologici (più frequente nei denti del giudizio inferiori), ed in questo caso si parla di estrazione complessa.
F
Mascherine in ceramica applicate sulla superficie vestibolare degli
elementi interessati allo scopo di migliorarne l'estetica.
L'applicazione delle faccette richiede una minima preparazione
dell'elemento dentale interessato, limitata a una lieve porzione dello
smalto dentale e l'adesione delle faccette alla superficie del dente
tramite un cemento composito.
Viene definito farmaco un preparato farmaceutico che determina una precisa azione nell’organismo umano, oppure agisce su di un processo biologico od enzimatico. I farmaci sono utilizzati in medicina a scopo terapeutico o preventivo.
Il filo interdentale è un presidio indispensabile per la corretta igiene orale domiciliare. Il suo uso quotidiano permette di eliminare i depositi di placca dentaria negli spazi compresi tra il dente e la papilla interdentale (porzione di gengiva che si trova tra un dente e quello adiacente. In commercio ne esistono differenti qualità, da quelli a sezione rotonda, a quelli a sezione ellissoidale ed infine quelli provvisti di una estremità più rigida che permette di completare in modo corretto l’igiene orale dove ci sono protesi dentarie di tipo fisso (ponti odontoiatrici).
Alogeno instabile che tende a legarsi a molecole complesse quale quella dell'idrossiapatite (lo smalto). A questa sua instabilità è dovuta l'azione benefica del fluoro poiché gli ioni fluoro sostituiscono gli ioni ossidrilici formando dall'idrossiapatite, la fluoroapatite che è più resistente all'attacco acido della carie. Il fluoro inoltre, esercita un'azione antienzimatica, in particolare contro gli enzimi della glicolisi che sono direttamente responsabili della formazione della carie.
Dovute per lo più a traumi, in genere interessano i denti anteriori.
Sono molto frequenti nei bambini.
G Le protesi parziali removibili vengono all’interno del cavo orale per mezzo di ganci che si appoggiano (abbracciando) gli elementi dentari residui. I ganci utilizzati possono essere in acciaio (definiti ganci “a filo”) il cui manufatto protesico è interamente costituito in resina con dei piccoli e sottili ganci in acciaio. Una protesi removibile così costituita è utilizzata come provvisoria in attesa del confezionamento di quella definitiva, costituita invece da un’anima in metallo fuso (normalmente cromo-cobalto) su cui vengono montati le parti estetiche in resina, ed i ganci in questo caso vengono chiamati “fusi” perché fanno parte della struttura protesica metallica. I ganci “fusi” sono più precisi e resistenti di quelli “a filo”.
Con il termine di gengivite si intende un’infiammazione alle gengive. La gengivite è un processo che nella maggior parte dei casi ha eziologia batterica per accumulo di placca e tartaro in corrispondenza del punto di passaggio tra denti e gengiva. Solitamente si presenta in questo caso da gengive eritematose (rosse) ed edematose (gonfie) che tendono al sanguinamento a volte anche spontaneo oppure durante le normali manovre di igiene orale domiciliare. Meno frequenti, ma possibili, i casi di gengivite di origine chimica od immunitaria. La gengivite placca indotta è un processo flogistico reversibile con la sola rimozione della causa eziologica senza lasciare sequele, ma se tale causa non viene allontanata (con sedute di igiene orale professionale) allora è possibile la sua evoluzione in parodontite, la cui regressione lascia sequele.
Il granuloma è un tipo particolare di infiammazione cronica che mette in atto il nostro organismo quando sono presenti alcuni tipo di agenti patogeni. Per la sua cronicità il granuloma tende ad assumere una conformazione abbastanza ordinata, infatti al centro della masserella ben delimitala si può trovare l’agente patogeno causa stessa della reazione infiammatoria, intorno al quale si trova uno strato di cellule macrofagiche deputate all’eliminazione del patogeno, che però non riescono nel loro compito, introno a queste si trova un infiltrato di plasmacellule come espressione di una reazione del nostro sistema immunitario ed all’esterno di questa masserella ci sono fibroblasti, che producono connettivo, il tessuto che conferisce la delimitazione netta tra il granuloma ed il tessuto sano circostante.
Materiale gommoso termoplastico che si ricava da alcuni alberi che
crescono in oriente. Viene utilizzata in odontoiatria sotto varie forme:
ad esempio, quale materiale da otturazione provvisoria o per la
produzione di coni utilizzati per sigillare i canali radicolari nei
trattamenti endodontici.
I
L’implantologia è una procedura chirurgica attraverso la quale è
possibile sostituire un elemento dentario mancante (per estrazione o per
agenesia) attraverso una riabilitazione protesica fissa. L’impianto
viene inserito nell’osso alveolare, e su di esso viene poi confezionata
una corona dentaria. Nel corso degli anni gli impianti hanno assunto le
forme più differenti e diversi materiali a seconda delle conoscenze del
periodo. Allo stato attuale la ricerca scientifica ha stabilito che la
conformazione migliore in termini di predicibilità e sopravvivenza sia
quella che simula più fedelmente la radice naturale di un dente, con una
superficie avvitata per permettergli di raggiungere la stabilità
meccanica al fine di ottenere l’osteointegrazione. Il materiale
utilizzato è il titanio, grazie alle sue proprietà meccaniche ed alla
sua inerzia nei confronti del materiale biologico in cui è immerso.
L
Il lembo mucoso, utilizzato in odontoiatria, è una porzione di epitelio
che viene scollato dalla mucosa circostante, per buna parte del suo
perimetro, al fine di raggiungere le strutture sottostanti durante
alcune manovre chirurgiche. Il lembo non deve mai essere completamente
staccato dalla mucosa circostante, bensì deve preservare una base di
impianto che gli serve come fonte per la sua vascolarizzazione e
innervazione. Al termine dell’intervento viene riposizionato nella sede
originale. Unica eccezione in odontoiatria riguarda il lembo libero
connettivale utilizzato per la ricostruzione di recessioni gengivali, il
quale non preserva il peduncolo dal quale trarre nutrimento e
innervazione. Alcune lesioni benigne che colpiscono il cavo orale vengono definite “precancerose” per il loro rischio di evolvere in cancro della bocca. Ne esistono diverse e diversa è la possibilità di ognuna di trasformarsi in cancro. Tali lesioni possono presentarsi come macchie sulla mucosa che possono assumere colore bianco, rosso o bianco e rosso, prendendo rispettivamente il nome di leucoplachia, eritroplachia ed eritroleucoplachia. Altre volte le lesioni possono essere rilevate rispetto al piano della mucosa orale assumendo un aspetto papilliforme, come nel caso della leucoplachia verrucosa proliferativa.
Con il termine levigatura si intende la procedura chirurgica attraverso la quale il medico asporta il tartaro al di sotto della gengiva clinicamente visibile e la parte più superficiale di cemento radicolare al fine di arrestare il processo di parodontite in atto. Tale procedura viene effettuata per mezzo di particolari attrezzi chirurgici (curettes). Tale procedura può essere eseguita “a cielo coperto” oppure “a cielo aperto”, la cui differenza risiede nella apertura di un lembo mucoso che viene eseguito nella seconda manovra.
M Posizione non corretta o difetto di contatto tra i denti dell'arcata superiore e quelli dell'arcata inferiore; oltre che ridurre l'efficenza della masticazione, interferisce nell'escursione della mascella e può dar luogo a problemi per quanto riguarda la fonazione, la respirazione, la masticazione e la deglutizione.
Le membrane sono fogli di collagene che vengono comunemente utilizzati come ausilio nella chirurgia parodontale rigenerativa. Le due facce delle membrane sono differenti per i diversi scopi a cui sono adibiti, infatti una parte favorisce l’integrazione ossea grazie alla sua superficie porosa, mentre la parte lucida è una superficie adeguata per facilitare l’adesione e la guarigione dei tessuti epiteliali.
N
O
Con il termine otturazione si intendo una ricostruzione di una parte della corona dentale a seguito della sua asportazione durante le manovre di odontoiatria conservatia ed endodontica eseguita dal medico direttamente sul paziente. Esistono due tipi di otturazione: in amalgama ed in materiali compositi. Le otturazioni in amalgama oggi non vengono quasi più eseguite a causa della presenza di mercurio in questo materiale e per il colore che non risponde alle esigenze estetiche. I materiali compositi grazie alla fabbricazione di differenti colori permettono di eseguire otturazioni mimando la porzione di dente residuo.
Sistema costituito da una protesi dentaria rimovibile stabilizzata tramite attacchi su uno o più denti naturali, radici e/o impianti endossei. L’overdenture può essere facilmente rimossa e reinserita dal paziente per l’igiene quotidiana e nello stesso tempo, rispetto alla protesi tradizionale, possiede una maggiore stabilità.
P La parodontite aggressiva è una forma di parodontite a rapida progressione e particolarmente distruttiva. Esiste una forma localizzata che colpisce prevalentemente soggetti in età puberale, mentre la forma generalizzata colpisce principalmente i giovani adulti, ma anche pazienti più anziani. L’eziologia di questa malattia è multifattoriale e un ruolo importante sembra avere la predisposizione genetica. Le specie batteriche più frequentemente coinvolte sono Actinobacillus Actinomycetmcomitans, Porphyromonas gingivalis e Bacteroides forsythus. La diagnosi di parodontite aggressiva si basa sul riscontro di una rapida perdita di attacco e di riassorbimento dell’osso alveolare in assenza di abbondanti depositi di placca e in assenza di patologie sistemiche rilevanti.
La parodontite cronica è la forma di parodontite più diffusa; essa è caratterizzata da infiammazione gengivale, sanguinamento al sondaggio, perdita di attacco con formazione di tasca gengivale e riduzione dell'osso alveolare. L'entità di tale distruzione è in funzione dei livelli di placca, fumo, stress, diabete, efficienza del sistema immunitario.
L'arte e la scienza di esaminare, diagnosticare e trattare le malattie che colpiscono il parodonto; uno studio delle strutture di supporto dei denti, che non comprende solamente la loro normale anatomia e fisiologia, ma anche le deviazioni dalla normalità.
La branca dell'odontoiatria che include i seguenti aspetti: abituare il bambino ad accettare le cure odontoiatriche; otturare e mantenere la dentizione decidua, mista e definitiva; applicare le misure di profilassi per la carie dentale e per le malattie parodontali e prevenire, intercettare e correggere i diversi problemi dell'occlusione.
Struttura in metallo (oro o altre leghe) o altri materiali (fibra di carbonio, fibra di vetro) che viene posizionata all’interno del canale pulpare dopo aver rimosso la polpa dentaria. Il perno può essere prefabbricato o preparato dal laboratorio dopo aver preso un’impronta della porzione residua del dente. In entrambi i casi la funzione del perno moncone è di servire come ancoraggio per una corona artificiale.
È una protesi dentale di tipo fisso (vedi definizione) ossia cementata, avvitata o ancorata con altre modalità a denti naturali, radici dentali e/o impianti e non può essere rimossa dal paziente. È costituito da due o più corone (vedi definizione), in base al numero di denti mancanti.
Insieme di azioni e provvedimenti finalizzati ad impedire o ridurre il verificarsi di eventi non desiderati. In odontoiatria gli interventi di prevenzione prevedono l’eliminazione o la riduzione dei fattori di rischi responsabili delle patologie al cavo orale. Misure di prevenzione per le patologie del cavo orale sono ad esempio le visite di controllo periodiche, una corretta igiene orale, l’impiego di dentifrici al fluoro, la somministrazione di fluoro ai bambini e alle donne in gravidanza, l’eliminazione dell’abitudine al fumo.
In medicina, una protesi è un dispositivo artificiale atto a sostituire una parte del corpo mancante (un arto, un organo o un tessuto), o a integrarne una danneggiata. La protesi dentale è un manufatto utilizzato per rimpiazzare la dentatura originaria persa o compromessa per motivi funzionali e/o estetici. Si definisce anche protesi dentaria la parte dell‘odontoiatria che si occupa della progettazione e costruzione di protesi.
È la branca della protesi che si occupa della sostituzione degli elementi dentari con dei manufatti (corone, ponti) che non possono essere rimossi dal paziente.
È una protesi fissa o rimovibile allestita per sostituire gli elementi dentali mancanti, per un periodo di tempo limitato. Successivamente, verrà sostituita dalla protesi definitiva. Oltre a riabilitare il paziente dal punto di vista estetico e funzionale, questo tipo di protesi è d’aiuto nella preparazione del piano di trattamento o serve come modello per la preparazione del manufatto definitivo.
È la branca della protesi che si occupa della sostituzione degli elementi dentari con dei manufatti (protesi removibili) che il paziente può rimuovere per l’igiene quotidiana.
Manufatto che reintegra la parziale perdita dei denti e dei tessuti di sostegno annessi. La funzione masticatoria e gli aspetti estetici vengono ripristinati, preservando e mantenendo le strutture presenti (denti residui, tessuti mucosi e parodontali, articolazione temporo-mandibolare).
Manufatto che reintegra la totale perdita dei denti e dei tessuti di sostegno annessi. La funzione masticatoria e gli aspetti estetici vengono ripristinati preservando e mantenendo le strutture presenti (tessuti mucosi, muscolari, articolazione temporo-mandibolare).
Infiammazione acuta della polpa dentale in seguito a carie penetrante o
infiammazione della polpa stessa secondaria a traumi dentali o cause
iatrogene. Esiste in forma acuta ed in forma cronica. La forma acuta è
dovuta ad un aumento del flusso sanguigno a livello della polpa con
conseguente formazione di edema e compressione sui vasi sanguigni e
sulle terminazioni nervose. La sintomatologia della pulpite acuta è
caratterizzata da dolore di tipo pulsante, non localizzato, che aumenta
in posizione orizzontale e con l'assunzione di cibi caldi, mentre riduce
la propria intensità col freddo. La terapia d'urgenza consiste nella
rimozione della polpa camerale e radicolare ( terapia canalare ).
R La resina è un materiale sintetico che oltre a far parte della composizione dei materiali compositi e degli adesivi, viene utilizzata in odontoiatria nella preparazione delle protesi rimovibili.
In parodontologia lo scopo della chirurgia rigenerativa è ottenere un guadagno di tessuto di supporto attorno ad elementi dentari gravemente compromessi dalla malattia parodontale.La procedura più affidabile ed efficace è la rigenerazione tissutale guidata mediante l'applicazione di una barriera fisica per l'esclusione delle cellule dell'epitelio e del connettivo gengivale durante la fase di guarigione della ferita chirurgica. Sono attualmente utilizzabili membrane riassorbibili e non riassorbibili. E’ possibile ottenere guadagno di tessuto di supporto anche mediante l’utilizzo di innesti di osso autologo o di banca. Le procedure chirurgiche rigenerative possono essere applicate con risultati clinici prevedibili nei difetti ossei angolari. I risultati attesi della terapia rigenerativa includono: riduzione della profondità della tasca e recessioni della gengiva.
S Procedura chimica che modifica il colore dei denti rendendoli più bianchi. I principi attivi più utilizzati per sbiancare i denti sono il perossido di idrogeno e il perossido di carbammide.
Lo scovolino è uno spazzolino per l'igiene degli spazi interdentali che è indicato per la detersione di spazi interdentali particolarmente ampi e per rimuovere la placca batterica che si deposita al di sotto degli elementi di una protesi fissa. È composto da un’anima di plastica o metallo, in cui sono inserite delle setole artificiali disposte a spirale o a raggiera in forma cilindrica o conica. Esistono diverse misure ma è necessario scegliere quelle adatte alle dimensioni degli spazi interdentali. Lo scovolino deve entrare facilmente nello spazio interdentale con una leggera spinta, senza che ci sia pressione tra filo metallico e dente. Si inserisce nello spazio interdentale con una leggera inclinazione: dal basso verso l’alto per l’arcata inferiore e dall’alto verso il basso per quella superiore e si effettuano movimenti orizzontali di "va e vieni", mantenendolo bene aderente alla superficie dei denti.
Sigillante dei solchi; materiale resinoso previsto per le applicazioni sulle superfici occlusali dei denti posteriori per sigillarne le irregolarità di superficie e prevenire l'ingresso dei fluidi orali, del cibo e prevenire la permanenza di eventuali frammenti.
Strumento che serve per rimuovere la placca batterica. Lo spazzolino per essere efficace deve avere caratteristiche ben specifiche: il manico diritto, una testina che raggiunga facilmente ogni parte della bocca e setole sintetiche con punte arrotondate. Le setole naturali, in voga fino a qualche anno fa, sono controindicate perché hanno punte frastagliate che rischiano di irritare le gengive, oltre a trattenere batteri sulla loro superficie. Le setole dello spazzolino devono essere integre, di pari lunghezza e perfettamente dritte. Non appena perdono queste caratteristiche, quando cioè appaiono piegate e deformate, ogni 2 mesi circa di uso regolare, lo spazzolino deve essere cambiato.
Processo chimico o fisico che porta all’eliminazione di qualunque microrganismo, sia patogeno che non, comprese le spore e i funghi. I vari metodi di sterilizzazione distruggono i microrganismi provocando l'alterazione letale di alcune loro componenti essenziali; in particolare la sterilizzazione determina la denaturazione delle proteine e degli acidi nucleici e la degradazione di componenti della membrana basale e della parete cellulare.
Termine generico che indica un’infiammazione delle mucose che rivestono il cavo orale.
Branca della medicina che si occupa della patologia del cavo orale e delle formazioni strettamente correlate.
Procedura che avvicina i margini di una ferita rendendoli solidali. Costituisce uno dei momenti principali di un intervento tanto da condizionarne spesso gli esiti. La sutura infatti agevola i processi cicatriziali rendendo possibile una più rapida guarigione per prima intenzione, ostacola la contaminazione del sito chirurgico da parte dei microrganismi e ha un effetto emostatico.
T Sostanza amorfa composta da calcio fosfato, calcio carbonato, magnesio fosfato e altri elementi entro una matrice organica composta da epitelio desquamato, mucina, microrganismi, ed altri frammenti.
Segno clinico della presenza di una malattia parodontale, o parodontite.
E' l'esito della migrazione apicale dell'attacco connettivale dei
tessuti parodontali al dente in seguito ad un processo infiammatorio,
per l'appunto la parodontite.
Una radiografia effettuata ad una distanza maggiore del solito (1.8 m).
Protesi fissa avvitata su impianti. [fonte dentistaok]
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Ultimo aggiornamento: 07 aprile 2012